Da quanto emerso durante le sei tappe del viaggio metropolitano della seconda fase di Segnali di Futuro, sono state, quindi, osservate le caratteristiche e criticità delle zone al fine di delineare confini e input di un’ipotesi progettuale comune in grado di affrontare questioni o problematiche del territorio.

Tali spunti sono stati colti e discussi in maniera più approfondita nella tappa conclusiva del progetto in Triennale grazie agli interventi di rappresentanti delle amministrazioni pubbliche locali e delle pratiche stesse. Ne sono derivate sei ipotesi progettuali territoriali.

 

– NORD MILANO –
Il neomanifatturiero e la città della salute

Il Nord Milano interpreta, nelle sue morfologie sociali, nella varietà di economie che lo caratterizzano, nello stesso paesaggio urbano, la transizione dalla città-fabbrica a città del neomanifatturiero, della ricerca e del welfare. Questo processo, che deve ancora dispiegare compiutamente i 1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.004suoi effetti, richiede di essere sostenuto: i distretti dell’innovazione urbana tra Sesto, Cinisello e Milano, nel loro passaggio a quartieri urbani; gli spazi ibridi che ospitano manifattura, welfare, produzioni culturali, nella prospettiva dei community hub; la città della salute come grande progetto per cura, ricerca e rigenerazione urbana, nella progettazione degli impatti che genererà sul territorio.

Segnali di Futuro ha fatto emergere la presenza di una pluralità di attori che possono essere coinvolti in questa strategia di consolidamento dell’innovazione: associazioni di giovani, imprese di recente formazione, cooperative storiche, fondazioni. Il loro contributo può dare corpo a questa transizione, alimentando una coalizione ampia per fare un lavoro di disseminazione culturale su queste questioni. La finalità è quella di collocare, con un ruolo centrale affidato a Comuni e Città Metropolitana, il Nord Milano dentro le reti europee delle città del making urbano.

I progetti cui dare seguito sono almeno due:

  1. Progetto Manifattura Urbana: mira a sviluppare una nuova modalità di attrazione e aggregazione leggera tra attori del territorio nell’ambito della piccola manifattura e artigianato 2.0. L’ipotesi è la creazione di un centro di competenza, pensiero e attrazione sul modello di quello che è stato SlowFood nell’ambito dell’agricoltura e della cultura materiale.

  2. Progetto Distretto della Sanità: è il sostegno allo sviluppo di servizi (innovativi e non) per care giver e malati che saranno presenti nella zona (servizi prevalentemente fuori dei cancelli). Potrebbe avvenire attraverso call for ideas, progetti dimostrativi, sviluppo reti. Sul fronte della ricettività, cooperative storiche e startup possono diventare interlocutori rilevanti.

– ADDA MARTESANA –
Il Naviglio come infrastruttura abilitante, per sviluppare innovazione e occupazione

Il territorio dell’Adda Martesana si contraddistingue per una forte identità costruitasi in buona parte, ma non solo, sulla presenza unificante del Naviglio della Martesana. Gli interventi di valorizzazione ambientale e naturalistica, lo sviluppo di un’ampia rete di viabilità ciclabile, etc hanno contribuito a rafforzarne l’immagine di territorio con una buona qualità della vita, grande risorsa per tutta l’area metropolitana.

1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.007Gli incontri di Segnali di Futuro tenuti a Cassina de’ Pecchi hanno confermato l’esistenza di una forte consapevolezza di questo grande patrimonio di base. Le pratiche incontrate nascono o si appoggiano su di esso per valorizzarlo, tutelarlo e moltiplicarne gli effetti.

Se l’effetto leva ha funzionato e permesso la nascita di molte e diverse realtà che coprono un ampio ventaglio di settori dal sociale, alla cultura, all’agricoltura, occorre sostenere e amplificare la forza potenziale e l’attrattività di questo territorio attraverso un progetto che declini il concetto di qualità della vita anche come: empowerment della comunità locale, occasione di occupabilità e imprenditorialità offerta culturale, rafforzamento delle connessioni e della rete tra le pratiche.
Sulla base di queste indicazioni, le piste di lavoro sono almeno tre:

  1. un progetto di sistema turistico, che lavori sulla progettazione degli impatti generati dal valore di attrazione della Martesana, raccontando il territorio a partire dal Naviglio, valorizzando in una rappresentazione unitaria le realtà che vi si affacciano e curando le sinergie tra queste realtà;
  2. un progetto di coordinamento tra le iniziative dell’area, un calendario unico degli eventi che rafforzi il senso di identità del territorio e qualifichi l’offerta della Martesana in senso metropolitano;
  3. un progetto per il Plis della Martesana, secondo un processo di costruzione del nuovo parco che affianchi sin da subito, a quelle di disegno istituzionale, attività di coinvolgimento e mobilitazione della società locale, interpretando così il Plis come un grande, unitario Segnale di futuro.

– SUD EST –
La forza dei luoghi, la valle dei monaci e il Borgo di Viboldone

Il Comune di San Giuliano Milanese ha presentato, al bando per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate della 1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.010Presidenza del Consiglio dei Ministri, il progetto per la riqualificazione del borgo di Viboldone. È un progetto su cui il Comune lavorava da tempo, secondo un approccio di forte innovazione, in base al quale l’intervento pubblico funge da innesco del processo di rigenerazione e quello privato lo completa.

Il progetto per il borgo di Viboldone è interessante per Segnali di Futuro, perché tocca alcuni temi emersi con chiarezza nel corso dell’incontro tenutosi a San Donato nel novembre dello scorso anno:

  1. riguarda un ambito di forte rappresentatività nella rete dei luoghi del sacro della zona Sud Est;
  2. si colloca lungo il percorso della “valle dei monaci”, che interessa una parte cospicua della zona e la connette con Milano;
  3. ospita funzioni di servizio, di welfare, residenza, ricerca e assistenza: coniuga dunque interesse collettivo, valore sociale e sostenibilità
  4. è coerente con gli esempi di molte pratiche del Sud Est, che lavorano su dimensioni di aggregazione di interessi, reciprocità e scambio tra attori;
  5. può trarre da queste pratiche, lezioni per la messa a punto del proprio programma funzionale e del modello gestionale.

– SUD OVEST –
Sostenere coalizioni locali, il progetto Comet

Comet è un progetto che raccoglie comuni, organizzazioni degli interessi, associazioni, gruppi di produttori agricoli. Intende costruire una strategia di sviluppo per la Zona del Sud Ovest e una coalizione a sostegno. Rappresenta una piattaforma su cui appoggiare proposte e iniziative nel campo delle politiche di sviluppo territoriale. Nell’incontro di Segnali di Futuro svoltosi ad Albairate, sono emerse piste di lavoro cui Comet potrebbe fornire una sponda.

1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.013Il paesaggio agrario del Sud Ovest è una straordinaria risorsa, dal punto di vista ambientale e della produzione agricola. Ospita pratiche e attori innovativi, che uniscono produzione agricola e tutela attiva, ricettività e ricerca, educazione ambientale e lavoro, riuso di beni confiscati alle mafie e inclusione; riciclo, upcycling e laboratori di cucina. È in corso una neocolonizzazione rurale da parte di giovani che arrivano all’agricoltura e la reinterpretano: costituiscono filiere corte tra produzione, trasformazione e vendita; reintroducono colture antiche; riscoprono pratiche agricole abbandonate. Sono finora iniziative singole, che cominciano però ad aggregarsi attorno a grumi di cooperazione: reti, distretti, associazioni. 

È un processo che va accompagnato e consolidato. La sfida progettuale è intraprendere un percorso di open innovation tra neorurali, reti, imprese e amministrazioni pubbliche, favorendo trasferimento di conoscenze e istituendo connessioni tra agricoltura e manifattura, cultura e creatività, inclusione sociale, riuso di spazi abbandonati o sottoutilizzati.

– ALTO MILANESE –
Costruire il profilo della Zona omogenea incrociando l’innovazione dal basso

Il contributo dell’Alto milanese al piano strategico della Città Metropolitana, che poggia su una riconoscibile capacità di cooperazione al livel1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.016lo istituzionale, testimoniata da significative esperienze passate, indica le strategie di sviluppo dell’area. Esse riguardano nuovi modelli di governance, abilitare il sistema economico, parchi e rete verde, rigenerazione urbana. 

Nel corso della riunione svoltasi a Inveruno, queste strategie sono state discusse e messe a confronto con una serie di suggestioni, dando luogo a temi progettuali. 

1. Sul fronte governance, l’esperienza di SdF indica una prospettiva di lavoro interessante, suggerendo sia il coinvolgimento nei sistemi decisionali locali agli attori delle pratiche innovative, sia possibili contenuti per l’Agenda della futura Zona omogenea.

2. Nell’Alto milanese, il tessuto manifatturiero è ancora solido e di grande tradizione: può, seguendo un approccio aperto, incontrare l’innovazione in ambiti diversi (ICT, design, marketing).

3. Il paesaggio e l’ambiente sono risorse strategiche su cui si depositano pratiche, sulla base delle quali andrebbe fatto un lavoro di ispessimento delle connessioni e di costruzione della rete: le pratiche sportive all’area aperta (la canoa sul Villoresi, la Cinque Mulini, gli eventi in bicicletta), la ciclabilità del Villoresi e la connessione con il Naviglio grande, il sistema dei parchi (dal Ticino al Roccolo al Plis dei Mulini), elemento di riconoscimento e motore di innovazione, che può aprirsi a progetti di land art.

Segnali di Futuro permette infine di declinare una possibile agenda per la rigenerazione urbana nell’Alto milanese secondo una prospettiva “dal basso”. L’opportunità da cogliere è certamente il riuso di immobili e aree: in questo ambito, sarebbe interessante favorire l’incontro con le pratiche nel campo della cultura e della creatività, lanciando call for ideas che promuovano emersione e messa in rete. 

– NORD OVEST –
Politiche culturali e innovazione istituzionale, un sistema culturale per il territorio

È in corso un interessante processo di riconfigurazione del ruolo del Consorzio bibliotecario. La strategia su cui ci si sta muovendo è quella di trasformare l’azienda speciale da struttura per i servizi bibliotecari, a soggetto che potrebbe istruire e coordinare progetti in campo culturale e della promozione del territorio. 

Segnali di Futuro può incrociare questo progetto su diverse dimensioni:

1 TAPPE_VIAGGIO_SUD EST.jpeg.019La prima è quella metropolitana: valorizzando il fatto che il suo campo di azione è un’area più ampia del solo Nord Ovest, il Consorzio potrebbe favorire il dialogo e la cooperazione tra soggetti di livello metropolitano e ricadenti in più zone. La mappatura restituita da Segnali di Futuro rappresenta un banca dati molto interessante per stabilire nuove connessioni. 

La seconda è quella tematica della cultura, che però apre a prospettive interessanti su più fronti: gli attori dell’innovazione, i maker urbani, le associazioni che operano nel campo della creatività e delle nuove produzioni culturali, i gruppi informali che lavorano nel campo della cura del territorio e del paesaggio, i soggetti del welfare, le imprese del territorio.

La terza è quella degli spazi propri delle biblioteche, che stanno conoscendo una trasformazione molto interessante in spazi multiscopo per la comunità. Uscendo dalla loro sola funzione istituzionale, diventano spazi di prestazione di servizi, espositivi, di animazione, perfino per la produzione (è il caso del Laboratorio Hubout presso il Pertini a Cinisello Balsamo). In una parola, stanno diventando dei community hub, una prospettiva che Segnali di Futuro ha incontrato e messo a tema.