Chi
Fondazione Mike Bongiorno e singoli
Altri attori coinvolti
Privati, imprese, professionisti
Sono passati ormai quasi quattro anni dalla creazione del primo fablab di Milano, il Frankenstein Garage, ad opera di Paolo Aliverti e Andrea Maietta, che hanno anche contribuito in seguito alla nascita di FabLab Milano. Ad oggi, quella che poteva sembrare una scommessa azzardata è una realtà attiva e di successo, che sta aiutando Milano ad entrare a pieno titolo in quella che può essere definita la terza rivoluzione industriale. Sulla scia dei primi laboratori nati al MIT di Boston, la Fondazione Mike Bongiorno, che sostiene progetti formativi che possano aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, ha finanziato e permesso, con grande lungimiranza, la realizzazione del progetto, mettendo a disposizione anche gli spazi per la sede.
Livia Landini, project manager FabLab, ci racconta come negli anni trascorsi a Londra per lavoro, avesse già potuto osservare il diffondersi di questo tipo di realtà. Credendo fortemente nelle potenzialità del progetto ha deciso di tornare in Italia per seguire il suo sviluppo da vicino.
Ma cerchiamo di definire meglio che cosa avviene nei fablab. Questi possono essere considerati come luoghi in cui vengono gettati i semi per lo sviluppo di una nuova rivoluzione industriale che, naturalmente, non può che essere tecnologica. È la stampante 3d uno degli strumenti principali che ci traghetterà verso il futuro del “self-making”, grazie alle sue potenzialità di applicazione quasi illimitate e alle probabili, e forse ancora non del tutto immaginabili, ricadute industriali. Salvatore Saldano ci racconta che attraverso il FabLab “ha trovato le condizioni necessarie per poter avviare la sua startup e attività professionale come designer e tecnico di stampa 3D”.
Le tre parole chiave su cui si fonda il FabLab sono: share, learn e make. Il “laboratorio” vuole essere, infatti, un luogo di condivisione e scambio di idee che permetta allo stesso tempo la creazione di relazioni e sinergie tra giovani, professionisti, docenti e imprese. L’obiettivo è quello di creare un luogo aperto a tutti e che permetta la trasformazione di idee in realtà, grazie anche a processi di prototipazione e incubazione. Sono presenti, a tal fine, non solo stampanti 3d ma anche frese cnc, plotter e altre macchine digitali che fanno solo da cornice ad un progetto di più ampio respiro la cui grande e forse utopistica ambizione è “un ritorno all’umanesimo e al saper fare”. Inoltre, il fablab promuove diversi corsi di formazione e workshop, con lo scopo di avvicinare il maggior numero di persone possibile all’universo rivoluzionario della digital fabrication.