ULTIMA TAPPA

— LA TRIENNALE DI MILANO —

VENERDI’ 4 MARZO

 

Ad un anno esatto dal primo incontro pubblico, il 4 marzo 2016, Segnali di Futuro è approdato nuovamente a La Triennale con un bagaglio di informazioni ed esperienze nuovo e profondamente arricchito. Ne è testimonianza visiva il nuovo layout pensato e creato ad hoc per la mostra allestita nel salone d’onore messo a disposizione per l’occasione da La Triennale. Viene riproposto come elemento centrale ed ormai distintivo la grande mappa della città metropolitana con bandierine (di due dimensioni) e dischetti in legno utilizzati per geolocalizzare le pratiche. Attorno alla mappa sono stati predisposti 6 banchetti, ciascuno rappresentante una tappa e su ciascuno dei quali sono state collocate le versioni cartacee delle schede di tutte le 90 pratiche mappate durante il percorso. L’allestimento ha previsto inoltre una sezione dedicata anche alle 38 pratiche individuate durante la prima edizione del progetto e banchetti tematici per la raccolta di spunti, idee e segnalazioni di nuove pratiche da parte del pubblico.

L’evento è stato suddiviso in tre momenti:

ore 15.00 – 17.00

I. ABILITARE I SEGNALI DI FUTURO
In questa prima sessione sono stati presentati gli esiti del viaggio. Una prima parte è stata dedicata a raccontare brevemente la struttura e le dinamiche del viaggio. In seguito, i temi progettuali elaborati per ciascuna zona, sono stati descritti da attori e policy maker locali ed è stata quindi avviata una sessione di interventi alla quale sono stati invitati a partecipare, con lo scopo di animare il dibattito: Città metropolitana, Comune di Milano, Assolombarda, Camera di commercio, Fondazione Cariplo e PIM.

   
ore 17.30 – 19.00

 II. SEGNALI DI FUTURO: APPROFONDIMENTI SU TEMI RILEVANTI

La seconda parte della giornata è stata invece invece strutturata in forma di workshop paralleli focalizzati su 3 temi specifici

1. Innovazione in agricoltura, cura e promozione del paesaggio

2. Community hub: reti e iniziative per la rigenerazione urbana e la cultura

3. Manifattura in città: neo-imprenditorialità e produzione creativa

ore 19.00 – 20.00 III. MILANO-ITALIA: DISSEMINARE I SEGNALI DI FUTURO

Al tavolo di chiusura dell’evento hanno partecipato: Gregorio Arena (Labsus), Aldo Bonomi (Consorzio A.A.S.TER), Alberto Ferlenga (Università Iuav di Venezia e Triennale di Milano), Gabriele Pasqui (Politecnico di Milano), Leonardo Previ (Trivioquadrivio).

La discussione condotta da Stefano Pareglio (Università Cattolica del Sacro Cuore), curatore di Segnali di Futuro, ha avuto come obiettivo principale quello di provare a delineare alcune lezioni in termini policy e di far emergere spunti in merito a come e perché disseminare i Segnali di Futuro. Lo spessore professionale e culturale degli invitati ha permesso di dar vita ad un dibattito molto stimolante e ricco di elementi su cui riflettere. I diversi interventi hanno in parte tratto spunto dai 5 claim di seguito riportati:

  1. I Segnali di Futuro sono pratiche di resilienza. Riusano risorse non sfruttate (intelligenza sociale diffusa e spazi dismessi), mettono al lavoro gli scarti di precedenti processi produttivi (il non più usato ma non già obsoleto), fanno con meno con parsimonia e discernimento. Curano la riproduzione di beni pubblici: la fiducia, i saperi, gli spazi collettivi della città, l’ambiente, il paesaggio. 
  2. I Segnali di Futuro sono esito di intraprese: costruiscono progetti multi-purpose. Non potrebbero fare diversamente: la scarsità delle risorse costringe a usare le dotazioni e le propensioni di ciascuno. In questo modo costruiscono vantaggi per i partecipanti. 
  3. I Segnali di Futuro interrogano le politiche pubbliche. Mettono in crisi le loro modalità organizzative, perché rompono la struttura “a silos” con cui sono disegnate e gestite. Sfidano le leadership politiche, perché danno luogo a forme di leadership nella comunità. Sostituiscono la razionalità procedurale della pubblica amministrazione con una razionalità strategica, la logica conformativa con quello performativa
  4. Le politiche pubbliche, di fronte ai Segnali di Futuro, sono costrette ad un cambiamento. Sono chiamate ad abilitare attori e sostenere processi: prima che dare luogo a prodotti, devono favorire strategie incrementali. Si orientano a sperimentare connessioni tra progetti e a praticare il brokerage della conoscenza. Sono sollecitate a riconoscere e valorizzare l’intelligenza sociale, di fronte alla quale sono costrette a rilegittimare la propria. Superando l’approccio della sussidiarietà nei confronti della società, ne assumono uno agonistico, di confronto, sperimentazione. Sono costrette ad abbandonare la pacificante retorica della partecipazione e dell’ascolto, per assumere quella della corresponsabilità e della co-creazione. 
  5. I Segnali di Futuro delineano una città metropolitana insolita. Una città metropolitana che già esiste, nelle pratiche e nelle percezioni. I Segnali di Futuro sollecitano una nuova cultura della governance metropolitana, che le politiche pubbliche devono consolidare. 
   

 

locandina triennale 6